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Turnover dei dipendenti: ecco come evitare di perdere talenti

Immagine del redattore: EbcEbc

Evitare il turnover dei dipendenti rappresenta una vera e propria sfida per moltissime aziende italiane.


Aumento dei licenziamenti, turnover e lavoro da remoto sono solo aspetti sintomatici di una trasformazione molto più profonda, che riguarda il modo in cui siamo abituati a pensare alla nostra vita professionale.


Gli ultimi 2 anni potrebbero rappresentare un vero e proprio spartiacque nel mercato del lavoro che, se da un lato rimane tendenzialmente stagnante, ha dovuto per forza di cose allargare i suoi orizzonti includendo nuovi scenari, prima d’ora mai presi in considerazione.

Molti lavoratori hanno approfittato di questo periodo per mettersi alla ricerca di nuove opportunità professionali, non di rado puntando a condizioni di lavoro all’insegna di una maggiore flessibilità.

D’altra parte, in vista di un’imminente ripresa, la costruzione di un team valido è un obiettivo cruciale per le aziende, che resta un processo lungo e dispendioso in termini di tempo, denaro ed energie.

Evitare che il proprio personale, sia che si tratti di manager che di dipendenti, decida di abbandonare l’azienda per posizioni migliori diventa allora fondamentale.

Scopriamo insieme quali sono le contromisure per fronteggiare il turnover dei dipendenti.

Turnover dei dipendenti: cause e caratteristiche

Se cambiare lavoro durante il lockdown poteva essere considerato poco saggio per via dello stato generalizzato di incertezza, ora che si intravede la luce in fondo al tunnel la situazione potrebbe cambiare.

La storia ci insegna, infatti, che ad ogni crisi segue una ripresa che porta fermento e occasioni.

Il fenomeno del turnover dei dipendenti è tendenzialmente prevedibile e segue degli schemi e delle cause ormai note.

I periodi di maggiore mobilitazione variano a seconda del settore in cui l’azienda opera, alle opportunità di crescita, alla tipologia di benefit aziendali e alla modalità di retribuzione dei dipendenti.

Le cause, però, nella maggior parte dei casi sono sempre le stesse: stipendio più alto, vicinanza del luogo di lavoro, scarso feeling con i colleghi, benefit aziendali migliori, maggiori possibilità di carriera, maggiore flessibilità nella gestione di orari e modalità di lavoro, con un occhio sempre più puntato sullo smart working e al lavoro in ambienti flessibili.

Come ridurre il turnover: alcuni suggerimenti

Proprio per questo motivo è fondamentale che le aziende si organizzino per tempo per evitare di farsi trovare impreparate quando i propri dipendenti decideranno di andare via alla ricerca di posizioni migliori.

Un’azienda è un organismo complesso e in quanto tale richiede precisione ed organizzazione. Tuttavia esistono strategie efficaci per ridurre il turnover, valide nella quasi totalità delle situazioni.

Scopriamole insieme.

Incrementare i benefit.

In Italia esistono due categorie di benefit aziendali, i fringe benefit e i flexible benefit. I fringe benefit sono una vera e propria retribuzione ed entro una certa soglia non sono tassati. Qualche esempio di fringe benefit: auto e telefono aziendali, strumenti tecnologici come tablet, rimborsi spese e buoni pasto.

I flexible benefit invece sono indipendenti dalla retribuzione e quindi completamente privi di carichi impositivi e contributivi. Qualche esempio: bus o navette, voucher di vario genere, corsi di formazione, polizze sanitarie, asili nido e borse di studio.

Migliorare la comunicazione con i dipendenti.

Condividere con il personale obiettivi e visione aziendale, ascoltare i suggerimenti dei dipendenti e, quando serve, motivarli e dare al loro lavoro il valore che merita è sicuramente il modo migliore per farli sentire parte integrante di un gruppo in sintonia, che rema nella stessa direzione.

Migliorare il recruitment.

In fase di recruitment è fondamentale selezionare persone flessibili e volenterose, che non si facciano trovare impreparate e che siano in grado di adattarsi ai cambiamenti e alle esigenze sempre nuove del mondo del lavoro.



 
 
 

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